giovedì 1 maggio 2008
SCHERZO!
Io sono tra quelli che è ancora convinto che sia tutto uno scherzo: mi aspetto che da un momento all'altro saltino fuori Prodi e D'Alema con cappellini a cono, trombette e coriandoli gridando "Scherzo!" e che in realtà non sia andato tutto a rotoli come è andato; spero che il ragazzo prodigio Weltroni si strappi via quella faccia a culo ed in realtà sotto ci sia Bertinotti, che con rinnovato vigore gridi "Alabarda Spaziale!" come ai bei vecchi tempi. E giù a ridere.
domenica 27 aprile 2008
venerdì 25 aprile 2008

Dunque, mentre rimettevo a posto la mia Harley Davidson (chi mi conosce sa che sono un fanatico di moto) e lustravo il giubbotto di pelle che di solito porto a torso nudo, alla maniera dei gitani, non ho potuto fare a meno di ripensare a Renegade, alias Lorenzo Lamas (vedi foto).
Molti di noi proveranno certamente vergogna nel ricordare la fortunata serie tv in quota mediaset, uno dei migliori esempi di recitazione in un telefilm e di uso insensato delle arti marziali in un poliziesco. Il genere è quello del giustiziere solitario, di cui abbiamo una sfilza abbastanza nutrita di esempi: come non ricordare l'affascinante Charles Bronson, davvero un bell'uomo, oppure, più recentemente, il nerboruto ed espressivo capellone Steven Seagal, con le sue Trappola in alto mare, Trappola nei ghiacci, Trappola a Ginestra Fiorentina e per finire Trappola in culo, l'ultimo della serie (un'altra sua performance indimenticabile direi che può essere Nico, andate a vedervelo, che non ha nulla a che vedere con quello di Mai dire gol). Da citare ci sono anche Van Damme e Dolph Lundgren, per amore di completezza, ma so che ne mancano ancora molti all'appello. Per ultimi, anche se un pò mi dispiace includerli in questo elenco, ci sono quelli dell'A-team; dimentico, infine, Rambo, sebbene per quest'ultimo sarebbe opportuno aprire il capitolo telefilm e guerra fredda, capitolo che però, tristemente, includerebbe anche McGyver (lo so, dispiace anche a me, ma era davvero una propaganda triste).

L'idea che sta dietro a tutti questi personaggi è quella di un sistema malato, la burocrazia, la polizia, la legge, che danneggia l'individuo onesto, il quale, a questo punto, è costretto a ribellarsi e a cercare di farsi giustizia da solo. Il farsi giustizia da solo, spesso con ogni mezzo e nel totale disprezzo della legge e della morale, non è un crimine, in questo caso, perché l'individuo è stato tradito dal sistema ed in virtù di questo tradimento è legittimato ad usare ogni metodo per ripristinare la giustizia: ormai, la legge del sistema non ha più valore.

L'ideale di questa ribellione originaria è il mito fondatore dell'Indipendenza americana, in cui i coraggiosi coloni del nuovo mondo si ribellarono alla corona inglese e conquistarono le loro terre e la loro libertà. Appare a tratti anche il mito della frontiera, dello spazio aperto da conquistare, simbolizzato magari dalla moto e dagli spazi aperti, che infatti in Renegade appaiono di continuo. Quest'ideale dell'individuo che in virtù di un tradimento originario esce dalla legge e dallo Stato, diventando unica ed autonoma fonte di giustizia, è un ideale che riappare nella guerra di secessione, dalla parte sudista, e che più attualmente è il centro della concezione (anti-)politica repubblicana ed in particolare neoliberista, in cui lo stato è chiamato sempre più a farsi da parte a favore dell'individuo: niente sicurezza sociale, niente tasse, solo Libertà (con la elle maiuscola) e qualche fucile. Dalle nostri parti, Berlusconi e la Lega sono i rappresentanti migliori di questo pensiero che scorre sempre vivo in due secoli e mezzo di cultura americana e che, grazie soprattutto a mediaset, ha abbondantemente raggiunto anche noi.

Dopo queste elezioni si è parlato spesso del controllo dei media da parte della politica, ma mi sembra che quasi sempre si sia creduto, sbagliando, che i messaggi politici più incisivi provenissero soltanto, o principalmente, dalla bocca dei politici. Da quest'idea nacque la par-condicio, quella legge imbecille che conta le parole dei politici e cerca di fare in modo che tutti ne dicano la stessa quantità. In realtà mi sembra chiaro che i messaggi politici passano attraverso la cultura, attraverso le storie, e nel caso della nostra cultura, attraverso i libri, i film, ma soprattutto la tv (Berlusconi, per non sbagliare, controlla tutti e tre, ma, come sappiamo, ciò non ha alcuna rilevanza politica). E' attraverso questi canali che si trasmettono le mitologie, cioè quelle riserve di conoscenze collettive che ciascuno ha a dispozione per elaborare un immagine della propria condizione e, eventualmente, decidere come muoversi in base a tale immagine. Con questo non voglio dire che se uno è sottoposto a questo tipo di messaggi in modo massiccio, automaticamente ne esca lobotomizzato, ma che, secondo me, è questo il canale attraverso cui si trasmettono una grande quantità di messaggi che hanno un intrinseco contenuto politico. Vorrei vedere se qualcuno ha il coraggio di dire che non c'è nessuna correlazione, almeno statistica, tra l'essere sottoposti a questi messaggi e le proprie idee politiche, sebb
ene mi renda conto che io stesso, assieme a molti altri (ma forse sempre meno), non rientro (almeno per il momento) in questa casistica. A parte, ovviamente, il giubbotto di pelle, la passione per le moto, quella per le armi e infine la brutta abitudine, che mi ha attaccato direttamente Bruce Willis, di rovesciarmi mezzo barattolo di aspirine sul palmo della mano e di ingoiarle senz'acqua, così, per farmi passare le sbornie la domenica mattina... (per la cronaca, quando gli U.S.A. hanno invaso l'Iraq, pare che Bruce Willis abbia chiesto che fosse fatta un eccezione alla legge, per permettergli di arruolarsi nei Marines).

AVVISO
Sono consapevole che oggi è la festa della Liberazione ma non la festeggio (anche perchè sono in Franza). E' vero, ci hanno liberato e ci siamo liberati, ma da chi? I nazisti? Sicuro. I Fassisti? Dubito. Sotto il fascismo, tutti fascisti; dopo il fascismo e la guerra, tutti antifascisti (sebbene con molti se e qualche ma...). E oggi? Forse il problema è che gli italiani non si sono mai liberati da se stessi, da quella stessa debolezza, ignoranza e stupidità che gli ha messi nella merda una volta ( e basta?) facendoli ottenere la sicurezza (ma quale?) di un posto al sole, quello che Mussolini voleva anche per l'talia coloniale, in cambio del polso, del rigore, in cambio dell'autoritarismo totalitario. Un affarone.
CON-SU-MATRIX

Tutti si ricorderanno la storia, che è inutile raccontare, ma ad interessarmi è un aspetto. Dunque, Neo scopre, grazie a Morpheus e alla sua pasticca colorata (mi raccomando: ammiccamento, strizzatina d'occhio, gomitatina e risatina infantile...) che il mondo che lui ha sempre conosciuto non è che una finzione pressochè perfetta. Nel film, il mondo che noi spettatori riconosciamo immediatamente come reale, simile al nostro, e che anche gli esseri umani, nel film, considerano tale, è prodotto in realtà da un programma di nome Matrix. Anzi, quel mondo stesso, un ambiente virtuale in cui gli esseri umani credono di vivere, mangiare, sentire, pensare, si chiama Matrix. Ma dove sono realmente gli esseri umani?
Gli esseri umani, pur credendo di vivere in un mondo all'incirca fermo alla fine degli anni novanta (benchè non siano date indicazioni su come il tempo storico scorra dentro Matrix), sono in realtà prigionieri in un mondo disastrato, in cui le macchine hanno vinto una guerra contro il genere umano e hanno preso il controllo del pianeta. Dal momento che, non ricordo per quale ragione, sulla terra il sole è stato oscurato e non c'è più molta energia a disposizione (anche perchè le macchine, ormai capaci di intendere e di volere non hanno la minima intenzione di produrla loro, e mi pare anche giusto), le macchine hanno imbastito una produzione di energia a partire dalle persone. Si vedono per brevi istanti delle gigantesche coltivazioni, delle specie di campi, in cui gli uomini sono racchiusi dentro dei cyber-bozzoli che attraverso particolari innesti prelevano la loro energia, che alimenta le macchine.

Quest'idea della macchina ribelle, il mito del prodotto umano che sovrasta lo stesso uomo produttore (un pò come è successo a Dio), dominandolo, è molto comune: basta ricordare la carriera cinematografica dell'attuale governatore della California, Arnold Schwarzenegger (e l'ho anche scritto bene, tié!), che in gioventù ha interpretato un famoso cyborg (Ma dov'è finito il suo nemico del secondo episodio, quello che si scioglieva? Pensate che figata se lo candidavano i democratici alle elezioni in California... forse schwarzy lo avrebbe eliminato ancora con l'azoto liquido, chissà...). Terminator, come ogni buon libro di storia dovrebbe spiegare, tornava indietro nel tempo per uccidere il futuro capo dei ribelli umani, il futuro ultimo baluardo in difesa dell'umanità contro le macchine. Il capo però non era ancora nato, e neanche concepito, poichè il padre sarebbe stato un uomo anch'egli venuto dal futuro per difendere la futura madre dal cyborg, quindi... facile... vabbè lasciamo stare, non è importante.

La critica che tradizionalmente si fa ad un sistema economico di mercato capitalistico è che in esso si da il lavoro, il meglio del proprio tempo e delle proprie energie, in cambio di un tot di denaro che tante volte serve a tenere soltanto in vita, ma tante altre neanche. Quando si parla di libertà di lavorare, di opportunità di lavoro, si omette il fatto che in realtà si è costretti a lavorare, e per tante ore quante un sistema di prezzi e di consumi impone di fare. E' il bisogno di denaro a far lavorare tanto quanto ce n'è bisogno, perchè, come si dice in francese, "senza lilleri 'un si làllera". Ma cos'è che fa sì che questo scambio di sussistenza per energia abbia senso?

Sono dei sogni, è un programma in cui ci muoviamo immaginandoci, come vorrebbe cypher, belli, ricchi, pieni di donne, spade e danari (o danè, oppure schèi, come le nuove leggi leghiste che entreranno tra poco in vigore imporranno di chiamare gli euri). Una realtà immaginifica, artificiale, in cui nessuno ci rompa il cazzo, per favore, che dia modo di dimenticare le ore passate ad accumulare durante quelle passate a spendere, e così via... . La cosa che sfugge, anche a me, è chi siano le macchine, cioè quelle che hanno imbastito il sistema e che ne traggono maggiore profitto, e quali forze le guidino e le spingano a fare ciò che fanno. Non lo so. Neanche conosco la ragione che ha spinto i fratelli Wachosky, gli stessi ideatori del film basato su V per Vendetta, a creare questa gigantesca metafora di un mondo atificiale, di consumi, fatto apposta per nascondere e rimuovere quello "vero", che sta al di sotto di esso, per poi trasformare Matrix in una delle più spettacolari operazioni di marketing e di merchandising incrociato: hanno creato un universo immaginario a cui si accede tramite (l'acquisto di) pupazzi, videogiochi, film, fumetti e chi più ne ha più ne metta... la sensazione è che forse Matrix abbia mangiato anche loro, e che forse, come Cypher, anche loro abbiano scelto coscientemente di ingoiare la pillola dell'oblio (blu o rossa, non me lo ricordo qual'è) e di viverci dentro, godendone. Ma a spese di chi?
giovedì 24 aprile 2008
lunedì 21 aprile 2008
CITAZIONE DEL GIORNO
"Quella cabina elettorale, piantata nell'aula di una scuola o di un municipio, è il simbolo di tutti i tradimenti che l'individuo può commettere verso i gruppi di cui fa parte. Essa dice a ciascuno: «Nessuno ti vede, non dipendi che da te stesso; stai per decidere nell'isolamento e in seguito potrai nascondere la tua decisione o mentire». Non c'è bisogno di altro per trasformare tutti gli elettori che entrano nell'aula in traditori in potenza gli uni degli altri. La diffidenza accresce la distanza che li separa. Se noi vogliamo lottare contro l'atomizzazione è necessario prima tentare di capirla. Gli uomini non nascono nella separazione: vengono su nell'ambiente familiare che li fa durante i loro primi anni. In seguito essi faranno parte di diverse comunità socio-professionali e fonderanno essi stessi una famiglia. Li si atomizza quando grandi forze sociali - le condizioni di lavoro in regime capitalista, la proprietà privata, le istituzioni, ecc. - si esercitano sui gruppi di cui essi fanno parte per . smembrarli e ridurli alle unità di cui si pretende che essi si compongano."
J.P. Sartre, discutendo sulla differenza tra exit poll e risultati elettorali (?!)
J.P. Sartre, discutendo sulla differenza tra exit poll e risultati elettorali (?!)
Iscriviti a:
Post (Atom)