giovedì 19 giugno 2008

PASSEGGIANDO NEI DINTORNI DI GOMORRA

Ho letto oggi che si è tenuto il processo in secondo grado per i celeberrimi casalesi, i camorristi che sono stati al centro di Gomorra, il libro ultracelebrato (giustamente) scritto da Roberto Saviano (foto). "Cicciott'e mezzanotte"(scusate ma non so scrivere napoletano) e "Sandokan" sono due tra i condannati all'ergastolo, quelli, forse, con i nomi più pittoreschi. Trionfo dello stato, dicono tutti. Bene, si. Il libro però, anche se l'ho letto diversi mesi fa, me lo ricordo abbastanza bene, o comunque mi ricordo abbastanza bene il suo senso generale. Gomorra colpisce in particolare per l'inquadramento che da alla camorra, che è l'esatto opposto di come viene vista di solito, anche dalle persone, come me, che ne vivono a debita distanza e che associano mentalmente la parola camorra ad un formaggio (mi fa quest'effetto fin da piccolo).

Se ci fate caso, in genere, quando si parla delle mafie e del loro rapporto con le istituzioni, si parla spesso di "mali" in senso quasi medico: c'è un organismo "infettato", malato per via di un "cancro" che lo penetra e lo erode fino ad ucciderlo. Falso, dice Saviano. La Camorra è un tipo di mafia che è assolutamente sintonizzato con il contesto presente: si tratta di clan che si combattono e si sterminano esclusivamente per il controllo economico di vari mercati, in intere zone delle periferie di Napoli di cui controllano la vita economica fino a garantire a parte della popolazione delle entrate mensili sicure. Non c'è quella specie di controllo sociale e quasi morale che tradizionalmente, e credo ingenuamente, si è attribuito alla mafia, per esempio, siciliana. E' una mafia post-moderna. La cosa più interessane, infatti, sono i punti di connessione diretta ed organica tra camorra e società. Tipo.

Politica, imprese, lavoro
Riassumo una vicenda che forse è paradigmatica. Di recente è stato fatto fuori tale Michele Orsi. Questi era un imprenditore che insieme al fratello aveva avviato un consorzio per la raccolta dei rifiuti : il consorzio era misto pubblico/privato, cioè per metà appartenente a loro e per metà appartenente a non so quale società riferita a non so che provincia o comune. I due fratelli Orsi vengono accusati di associazione mafiosa perchè si scopre che pagano al'incirca 30 mila euro al mese a due clan camorristici, come una sorta di pizzo, per continuare a fare il loro lavoro. E' nel corso delle indagini per capire il grado di coinvolgimento tra i due imprenditori e la camorra che uno dei due fratelli, Michele, decide di collaborare con la giustizia ed inizia a fare nomi di boss; dice anche che la parte pubblica della loro società, quella che fa capo alle istituzioni, era ben consapevole del loro rapporto organico con la camorra: pare infatti che quando in consiglio di amministrazione fu fatto presente il problema camorra, nessuno, come si dice in Francia, abbia detto "pio". Anzi. Alcuni politici, tra cui l'orgoglioso Mario Landolfi (foto), ex AeNne ora PiDdieLle, sembra abbiano raccomandato alcune persone perchè fossero assunte a lavorare nella società dei fratelli Orsi. Niente di strano, in effetti, perchè questo sembrava rientrare negli accordi presi tra istituzioni e impresa: io ti do l'appalto, si lavora insieme, e tu assumi chi ti suggerisco. Lo stato o chi per lui paga l'impresa, che ripaga assumendo secondo indicazioni, e contemporaneamente tutti pagano anche la camorra che altrimenti poi le cose prendono fuoco, la gente muore e, insomma, non si sa mai.
Morale politica della favola. A Landolfi è stato chiesto in Senato di spiegare questo coinvolgimento: con l'orgoglio tipico dell'uomo di AeNne, ha risposto che lui avrebbe spiegato tutto in sede giudiziaria, ma che da campano fiero e consapevole delle difficoltà in cui versa la sua terra poteva dirsi orgoglioso (lo dice qui) di aver raccomandato gente a fin di bene, cioè di aver aiutato dei giovani di sicuro valore a trovare lavoro nelle loro zone. In un'imprea che lavorava a braccetto con la camorra. Quale cancro?

Mercati

Una cosa che colpisce in Gomorra è quando Saviano sostiene che la Camorra ha investito, come un'impresa qualsiasi, solo sulle droghe che considerava più consone al contesto presente e più adatte alla nostra cultura ed alla nostra società: immancabile l'eroina, ma soprattutto ci sono la cocaina e l'mdma, il principio attivo dell'ecstasi. Ritmi sempre più veloci di lavoro e di svago uniti alla tendenza a considerare giuridicamente equivalenti queste droghe e quelle da fumo, ed il gioco è fatto: la Camorra ha lucrato tagliando gli investimenti sull'hashish e concentrandosi sulle droghe sintetiche e sulla cocaina.
Un'altra miniera d'oro è la contraffazione. Gucci, Armani, Prada, & Co... Tonnellate di merci griffate pronte per essere vendute in tutta Italia, molte delle quali sono addirittura prodotte con sistemi, stampi e materiali, rubati direttamente alle marche plagiate. Non si capisce più bene cosa significhi vero o falso.
Ecco, un mercato per definzione prevede compratori che vogliono cose e scelte imprenditoriali come queste sono scelte che presuppongono una conoscenza piuttosto specifica e dettagliata dei gusti o dei bisogni dei consumatori. Altro che malattia.

Miti

C'è poi la questione dei ragazzini attratti dalla carriera nel sistema: mancanza di altre prospettive, certo, ma non solo. In certa misura il sottofondo sociale e culturale dove prolifera questo tipo di criminalità organizzata non è così isolato rispetto al resto dell'Italia, se non dell'Europa (se non del mondo). Ci sono valori di riferimento veicolati da particolari mitologie che non sono riferibili solo alla Campania o al Sud Italia. Se non mi ricordo male una delle citazioni all'inizio di Gomorra è ripresa da Scarface: "Il mondo è tuo" dice. E' il motto di Tony Montana (foto), il personaggio di Al Pacino, un mito per i camorristi (e non solo), tanto che uno di loro si era costruito la villa identica a quella che ha il boss nel film. Il mondo è tuo. Significa semplicemente che un'ambizione smodata e totale per il potere, che spinge ad usare ogni mezzo per eliminare gli avversari, fare soldi, incutere timore, è la via principale per il successo, che consiste poi nell'ottenere il "Rispetto". Più o meno. Cosa significhi esattamente rispetto confesso che non lo so, però grosso modo l'idea sembra questa.

Recentemente qua a Parigi, forse anche in Italia, hanno fatto un gran casino per il lancio di un gioco per la Play Station che credo sia molto famoso: Grand Theft Auto IV (foto). Io non c'ho mai giocato all PS perciò ho guardato il trailer di GTA IV nel sito dove ci sono anche simulazioni di scene ed ho afferrato, grosso modo, il concetto. La storia è quella di un tizio che arriva dall'est Europeo, credo, in un posto tipo gli U.S.A. e trova suo cugino, che credo sia invischiato in affari loschi. Si unisce a lui ed il gioco consiste, fondamentalmente, nel rubare, nel far fuori gente, trafficare droga, armi o non so cosa, e fare tutto ciò che un grande criminale in ascesa deve fare per vincere qualunque cosa possa vincere e per essere, credo, rispettato. Ah, dimenticavo che il gioco è anche pieno di puttane. A questo punto mi viene in mente Zepequeno, il boss psicopatico di City of God, quello che diventa il re incontrastato delle favelas salvo poi finire come in genere finiscono questi personaggi, cioè pieno di buchi.

Stringi stringi...

Stringi stringi confesso che non so bene cosa volevo dire. Anzi si. Gomorra è un bel libro perchè è scritto bene e perchè fa vedere che dietro un organizzazione criminale come la camorra non ci stanno cose così segrete, arcane o nascoste. Ci stanno persone che vedono quello che vedono le altre, che leggono quello che leggono le altre e che vogliono quello che vogliono le altre. Non sono su altri pianeti. Una delle scene che mi è rimasta più impressa di Gomorra è quella in cui Saviano va ad Aberdeen, Scozia, dove conosce alcuni ragazzi che tengono appese in casa immagini di Secondigliano e di Scampia (foto), mi pare. Per loro Napoli è un mito, un posto dove uno si prende tutto quello che vuole, ma solo, come si dice, se ha le palle (oppure la Tv, i giornali, la presidenza del consiglio, o tutti e tre insieme).