martedì 15 aprile 2008

CRONACHE DA UN NAUFRAGIO. PRIMA PUNTATA (TENERE DURO, GENTE)

Berluska ha stravinto, Walter ha strafatto quello che doveva, la sinistra strarischia l'estinzione: pare che Diliberto abbia già prenotato il posto per farsi mummificare accanto a Lenin. Beato lui.


I

Un'onda gigante si è abbattuta a sinistra, spazzando via molte cose a cui molti tenevano, molte cose che erano importanti, anche per chi le ha disprezzate o non ne ha mai tenuto di conto. Temo che saranno rimpiante.

In mezzo a questo naufragio, mi guardo intorno e vedo galleggiare alla deriva falci e pezzi di martello (come può un martello galleggiare? Forse allora è tutto un sogno...); vedo una custodia portaocchiali omai vuota venire sommersa dalle onde; un pelato che credo sia Marco Rizzo dei comunisti italiani cercare di salvarsi, disperato, attaccandosi ad una copia di Das Kapital di Karl Marx (non la traduzione Sbardella però. che sennò non ci siamo). In mezzo a tutto questo caos, c'è una piccola scialuppa: un uomo barbuto, che capisco essere Ferrando, del neonato Partito comunista dei lavoratori, guarda all'orizzonte con la sicurezza di chi sa dove andare, seguendo nel cielo la stella rossa di Troschi (si scrive così?): nel frattempo i suoi giovani aiutanti cercano disperatamente di togliere via a secchiate l'acqua dallo scafo, che lentamente affonda, nonostante il capo stia lì in piedi, fermo, sicuro, impassibile. Lui sa.

Mentre nuoto per salvarmi vedo Pecoraro Scanio dei Verdi a cavallo di una balena: il cetaceo l'ha aiutato, sì, ma solo in cambio di venti euri. Neanche l'ambiente ha più un'anima ormai, una parte di sé inalienabile, una parte di sè che non sia in vendita.



II

Mi attacco alla coda della balena, che fortunosamente mi trascina verso un'isola, da cui sento levarsi canti e grida di gioia: c'è una voce saccente nel mezzo, che sbraita e sputacchia, mentre intorno tante piccole voci di insetto gridano ballando attorno ad un falò, nel quale gettano tante banconote di euro insieme alle tessere elettorali. E' l'isola dei Grillini, capeggiata da un comico che non fa più ridere manco il cazzo. No. Meglio annegare. Non so dove arriverò, ma vado da qualche altra parte, a costo di morire.



III



Sento il rumore di una sirena gigantesca e mi giro, speranzoso: c'è una grande nave verde, è enorme:



"Cos'è?" Mi chiedo.



Ha un simbolo sulla fiancata che non ho mai visto, una croce, una magherita, una bandiera americana, sovrapposti ad una falce e martello; però su quest'ultimo simbolo c'è un frego rosso, come di correzione scolastica, ed accanto un enorme neo:



E' la Wolter, la grande nave ammiraglia del Piddì. Nonostante la batosta ha retto, era preparata bene per reggere l'urto. Le cose hanno messo al peggio, ma ha retto.



Si dice imbarchino un pò di tutto, ma appena a bordo si viene subito presi e sottoposti ad interrogatori medievali con torture in stile Torquemada da parte di un vecchia arpia schifosa, tale Binetti. Se si passa il test, si è ammessi, basta solo fare quello che dice la bacucca.



Mai. Non mi avranno.



IV

Sto perdendo le speranze, lo ammetto. Mi è appena sfilato accanto un piccolo cabinato, da cui ho sentito uscire musica, urla di ragazze e tonfi di bottiglie che si stappano: sono i socialisti, vanno in Nord Africa da soli a finire i loro giorni, senza rimpianti. E' un comportamento tipico della loro specie. Devono finire soli, nel loro decadente splendido isolamento. Non potrebbero aiutarmi, neanche se lo volessero.



V



Ecco che però mi arriva alle orecchie una musica celestiale: proviene da uno scoglio, sopra c'è appollaiato una specie di lamantino coperto di bava, con due enormi tettone. E' un Bondi, un animale ibrido che con quella melodia celestiale attira un pò tutti i tipi di naufraghi.



Oddìo, è pieno di ex comunisti! Guardali! Tutti lì, su quella spiaggetta, che giocano a pallone insieme a Ronaldigno...e c'è anche pieno di fihe!



Tiro fuori il mio orgoglio residuo, accarezzo il mio piccolo tatuaggio di Che Guevara e vado avanti, mi dico che posso anche morire, a questo punto davvero, piuttosto che andare su quella spiaggia, con loro.



VI



Sono allo stremo, ogni bracciata è sempre più pesante, sempre di più... e infatti cedo, mentre l'acqua mi porta alle orecchie il suono ovattato di una canzone, un cazzo di inno, che dice:



"Meno male che ilprincipaleesponentedelloschieramentonostroavversario c'è."



"Ma vaffanculo vai! Almeno muoio contento per non sentire più questa canzone del cazzo. Non vi vedrò mai più. Merde!"



L'acqua penetra ogni foro sulla mia faccia, orecchie incluse, mi entra dentro, ed io dentro lei. Non sento più niente.



"Anche Ferretti ha tradito" penso.



"Anche Giovanni Lindo del cazzo Ferretti ci ha traditi tutti", sono gli ultimi pensieri sconnessi, prima di cadere nel buio.
Continua...



Fine prima puntata. Nei prossimi la seconda. Nel frattempo: tenere duro, gente, perché un seguito c'è. C'è sempre un seguito.

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