sabato 7 giugno 2008

Come eravamo...

Mi piacerebbe creare come una sorta di galleria del passato, che magari ci ricordi un pò di cose accadute, una specie di come eravamo. Mi è tornato in mente lo scandalo Telekom Serbia, in cui dittatori serbi avevano versato tangenti a Dini, Prodi, Fassino. Tutti delinquenti, questi politici, tutti uguali, in fondo. Basti guardare la storia di Berlusconi e della Banca Rasini.

giovedì 5 giugno 2008

NOVITA'

Andate, oltre che in culo, a vedere questo sito:

http://www.libreremo.org/

Libri di testo e romanzi scaricabili. Basta avere e-mule.

mercoledì 4 giugno 2008

CITAZIONE DEL GIORNO

"Posso querelare per diffamazione un tizio che mi accusa nero su bianco di avere picchiato mia moglie, di essere un plagiario, uno spacciatore, un alcolizzato con tendenze violente, e con tutta probabilità anche un assassino?"

"Non saprei. Mi sembra che il tizio sia piuttosto ben informato."

Mordecai Richler, La versione di Barney.

lunedì 2 giugno 2008

Cose che possono succedere

Sebbene il fatto sia grave, in modo comunque sostanzialmente sereno si parla dell'"ennesimo" omicidio di camorra, che ha coinvolto tale Michele Orsi. Ora, questo tizio aveva scoperchiato un bel pentolone di merda fumante, che potrete annusare con il vostro nasino rifatto al silicone proprio qui . Guardate anche chi c'è coinvolto...

sabato 31 maggio 2008

A futura memoria

Nel frattempo, c'è chi prende appunti e ricorda, a futura memoria. Quando accadono quelle cose, quegli insiemi di cose terribilmente complicati che finiscono nei libri, che diventano fatti storici, sotto forma di agglomerati di eventi, emozioni, sentimenti -sensazioni dei protagonisti e duri dati mumerici, statistici, scientifici-, in genere, queste cose, quando diventano storia, sono già accadute. C'è come una condanna a subire l'accelerazione delle cose, che per loro logica interna non pemettono la riflessione, il controllo, interrogano direttamente ed in modo brutale le persone coinvolte , e a volte le interrogano con il loro e l'altrui sangue. Si è condannati a non poter sapere che a posteriori. Il presente rimane inafferabile: sempre troppo veloce o troppo lento, non si lascia prendere mai. Non rimane quindi che conservare qualche immagine, qualche morso di conversazione strappato qua e là, qualche frammento di un discorso che ancora non ha senso, ma in cui sembra di poter intravedere qualcosa, forse l'embrione di un discorso che un giorno avrà senso, sarà compiuto, in un modo o in un altro dirà qualcosa, di vero oppure di falso, ma qualcosa dirà. Sembra a volte di vedere, per un attimo, come un copione già scritto che si sta svolgendo; ma, come nel ricordare i sogni, non si riesce spesso ad arrivare alla conclusone, al senso compiuto: c'è un pensiero appena più in là di quello che si sta pensando, ma e inafferrabile.
Compito infame e forse inutile: ricordare il presente, a futura memoria.


Questa è la curva della Lazio. Chi era Željko Ražnatović, la tigre Arkan, è scritto qui.

venerdì 30 maggio 2008

NOVITA'


Abbiate pazienza se mi concedo tre righe per i cazzi miei, che i blog di solito sono sempre pieni di cose intimissime e supersensibili, ma il mio non lo è mai stato e non comincerà ad esserlo ora. A dire il vero mi sa che si sta generando un eccesso di parole, un sovraccarico di comunicazione, un schizofrenia digitale globale. Boh. Come anche i più disattenti osservatori avranno sicuramente già notato, il blog ha cambiato veste, causa cambiamento dei tempi. Mi sa che quando tornerò all'Italia -paese dal patrimonio artistico e culturale sterminato, di cui solo ora prendo coscienza- mi occorreranno molta pazienza, un paio di scagnozzi ed una buona saldatrice per rimettere le cose a posto. Se avessi trovato una nuova ragion d'essere e una coscienza nuova di zecca, qualunque cosa ciò significhi, avrei anche potuto pensare di rimanere qui a Parigi, insieme alla Rossanda ed a tutta l'intellighenzia di sinistra, a discutere di quando si rideva con Ingrao, Pintor, Lenin, ecc... Dicevo, sarei rimasto anche, è che qua in Francia non hanno il bidè (a me risulta che la parola sia francese, dunque, è il primo caso in cui c'è la parola ma non la cosa: incredibile...) .




Cervelli in fuga: mah, il mio non mi sembra si sia mai allontanato granché, mio malgrado. Si, potrei tentare di inserirmi. Oppure tornare in Italia e laurearmi a Siena e pensare di gettarmi in un dottorato (brrr). E poi? Non lo so, ma inizio a dubitare che la mia conoscenza, per ora solo teorica, prima o poi pratica, dei mercati rurali marocchini e di quelli urbani nella seconda metà del XIX secolo, possa interessare qualcuno in Italia, soprattutto in questo periodo. Voi che dite?



Detto brevemente, mi piacerebbe cercare di contribuire un pò ad un cambiamento di coscienza collettiva (booooom!); mi piacerebbe davvero, ma non so come fare, se non unirmi con gente che vuole farlo e produrre messaggi. Le parole contano, puttana eva, e purtroppo anche parecchio. E' che per ora non ho esperienza. Ho bisogno di più mondo alle spalle, mi sa. E poi, se i miei connazionali non si staccano dalla TV è finita. Ma il problema non è la TV in sè, e nemmeno i messaggi che veicola. E' la tele come stile di vita, come tempo libero e consumo.



Per il momento vi suggerisco di aderire, io l'ho già fato, alla campagna UN MOCCOLO PER LA VITA, che troverete spiegata come si deve nel sito www.donzauker.it che linco qui ma che trovate anche nell'apposita zona linchs. Tra l'altro c'è anche un interessante appello per DEMILANESIZZARE la lingua italiana in favore delle espressioni dialettali proprie di ciascuno. Anche qui aderisco come una figurina panini e giuro fin da ora che non dirò mai più "figo".
Insomma ragazzi, uniamo le nostre forze DAI CAZZO! e come abbiamo sempre fatto nel corso della storia, anche nei momenti più neri, decidiamo un posto dove andà a cena, che si spenda poco, poi dopo si decide che fare.

mercoledì 28 maggio 2008

Cosa c'è di strano a intitolargli una via?

«Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore...»
«...Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue.»

Giorgio Almirante
(Personalmente sono davvero favorevole a intitolargli una via di Roma: chi vivrà giudicherà.)